Sarà questo un articolo moooolto sentimentale, ma cercherò comunque di far prevalere i bei ricordi sulla tristezza che, inesorabilmente, sopraggiunge pensando a te, carissimo Dino.
Correva l’anno 2009 quando una timidissima adolescente lasciava la realtà di paese per cominciare il primo anno del Liceo Scientifico Bilingue. L’ambiente, i compagni, i professori, non incoraggiavano quella ragazzina insicura ad aprirsi al mondo e lei si sentiva sempre fuori posto.
Poi, la scoperta di un progetto eccezionale, organizzato ormai da quasi 10 anni dai professori Fraire e Gallotti per i ragazzi di tutte le classi: l’Escursionismo!
Durante il corso dell’anno erano previste circa 4 o 5 uscite, di diverso genere, ma tutte con l’intento di avvicinarci di più al mondo scientifico e naturalistico, nella pratica. La prima gita a cui ho partecipato è stata una giornata intera alla centrale nucleare di Berna, dove abbiamo potuto godere di una fantastica visita guidata dei generatori e delle torri di raffreddamento, includendo il museo multimediale del centro. Ogni anno poi, verso maggio, si visitava una grotta del Piemonte, guidati da esperti speleologi del CAI. In gruppo, coi nostri caschetti e le torce frontali, entravamo nei meandri di queste cavità chiuse al pubblico, sperimentando il buio e il silenzio totale che regna sotto terra. Così, abbiamo scoperto le grotte di Bossea (Bossea, CN), del Monte Fenera (Borgosesia, VC) e le Grotte del Caudano (Frabosa Sottana, CN). Il primo weekend appena finita la scuola, a giugno, era sempre dedicato ad un rifugio di montagna: durante i miei anni del liceo sono stati il Coda, il Rivetti, il Sella e il Rosazza. Ho così imparato a scoprire la bellezza delle Alpi Biellesi, ad amarle e a sentirmi orgogliosa di vivere in questa bella provincia. Di solito l’ascesa era lunga e faticosa perché nel gruppo vi era chi per la prima volta affrontava una montagna, ma l’arrivo in rifugio era sempre una festa. Impossibile dimenticare il té caldo nel pentolone e per cena, rigorosamente, pasta al tonno! Poi giochi di carte, storie e ingenui divertimenti di un allegro gruppo di 25 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 19 anni…
L’Escursionismo era una realtà parallela al “perfezionismo” del Liceo. Aspettavo con ansia ogni nuova uscita per sentirmi più me stessa, a mio agio tra “pochi eletti” che condividevano la passione per la natura, la scienza e che non temevano fango, pioggia e sudore. Era l’occasione per allargare le vedute, farsi amici al di fuori della classe e conoscere nuovi ragazzi e ragazze, anche più grandi, che all’epoca mi sembravano tanto più maturi di me. E il prof Fraire non era più “il prof”, era il Dino. Era uno di noi, il più spassoso ed esuberante di tutti! Con la sua calma e gentilezza, riusciva a motivare chiunque. Non era solo un professore, era un autentico educatore, capace di insegnare dando l’esempio e trasmettendo la passione con grandissima umiltà, nonostante la grande competenza ed esperienza acquisita negli anni. Era un vero amico. Oltre all’escursionismo, è stato per me anche insegnate di educazione fisica per 5 anni e accompagnatore praticamente di ogni gita scolastica e soggiorno all’estero.
Caro Dino, sei stato il primo ad infondere un po’ di coraggio e autostima in quella timida ragazzina, guadagnandoti la sua più sincera ammirazione. Quanti aneddoti esilaranti ricordo di te! Quando a Saint Tropez sei saltato su uno yacht, quando in Austria hai finto di chiedere l’elemosina al centro di una rotonda, quando ad Oropa ci siamo messi a fare l’autostop per tornare a Biella… Dopo la maturità siamo rimasti in contatto e cercavo sempre di organizzare un’uscita tutti insieme. Quanto avrei voluto riuscire a farlo ancora una volta! Mi trovavo in Erasmus in Francia quel fatidico 22 giugno 2018 e mi è stata data la notizia per telefono dal mio migliore amico (anche lui tuo grande “ammiratore”). Non potevo crederci. Nessuno poteva. Era troppo assurdo per essere vero. Tu non esistevi più, non potevo più scriverti per una nuova rimpatriata, non ti avrei mai più incontrato per caso tra le montagne biellesi o al Cinema Verdi. Ogni luogo dove mi trovo a pedalare o a passeggiare, mi ricorda una gita dell’Escursionismo e da un momento all’altro mi aspetto di scorgerti dietro l’angolo, perché in realtà tu sei ancora vivo e ti nascondi sotto mentite spoglie. Non riesco a credere che non sia così. Il ricordo della tua allegria è ancora troppo vivido e fa male pensarci.
Se tu potessi vedere quanto bene hai lasciato dietro di te, quante generazioni di studenti hanno seguito le tue impronte e quanti ragazzi hanno scoperto l’amore per il Biellese passeggiando con te, rimarresti molto commosso. Ma so che già lo eri, ogni volta che noi ex alunni passavamo al Liceo a salutarti. Purtroppo, ora non possiamo fare altro che ricordarti, non dimenticando il tuo sorriso, la tua pacatezza e l’eterna giovinezza, come bellissimo esempio da imitare.
In tuo onore, ALÈEE ALÈEE ancora una volta.